The Elder Scrolls II: Daggerfall

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  1. babbolabbo
     
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    The Elder Scrolls II: Daggerfall

    The Elder Scrolls: Daggerfall è un videogioco di ruolo rilasciato nel 1996 da Bethesda Softworks per PC. Il gioco sfrutta un sistema di gioco non lineare costituito da migliaia di quest, che, partendo da quattrocento schemi prefissati, grazie ad un generatore casuale di missioni, possono essere affrontate con migliaia di variazioni. È stato reso freeware nel 2009.

    Daggerfall è ambientato, come tutti i giochi della serie di The Elder Scrolls, nel continente immaginario di Tamriel dove si possono esplorare le 47 aree delle province di Rupe Alta e Hammerfell. All'epoca fu considerato rivoluzionario, per la sua sceneggiatura estremamente elaborata, che aveva portato all'implementazione di più di 15.000 locations, tra città, villaggi e dungeons. L'estensione virtuale del terreno di gioco è di 161.600 chilometri quadrati, circa la metà dell'estensione dell'Italia. Vvardenfell la parte esplorabile della provincia di Morrowind del terzo gioco firmato Bethesda, ha 6 miglia quadrate di territorio mentre The Elder Scrolls IV: Oblivion circa 16 miglia quadrate da esplorare. Nel gioco, ci sono all'incirca 750.000 di personaggi non giocanti (NPC) con cui il giocatore può interagire, rispetto ai 900-1000 che si trovano in Morrowind e Oblivion: tuttavia, va sottolineato che la geografia e i personaggi di questi giochi siano molto più dettagliati rispetto a Daggerfall. Il punto di forza del gioco è senza dubbio l'immensa libertà di gioco concessa al giocatore: egli può decidere a quale delle molte organizzazioni e gilde unirsi, ha la possibilità di comprare case e navi e di diventare un vampiro o un lupo mannaro, a sua disposizione ci sono inoltre un numero immenso di capi di abbigliamento, armature, oggetti e armi che può utilizzare nel corso delle sua avventure. E se tutto questo non dovesse bastare il giocatore può decidere di creare nuove armi magiche o nuovi incantesimi tramite il supporto della Gilda dei Maghi. In ogni caso, molte critiche giunsero al gioco per la grafica arretrata ed il grosso numero di bug.

    L'imperatore Uriel Septim era preoccupato per gli eventi che si stavano verificando nella turbolenta provincia di High Rock e per porre fine alle violenze, inviò uno degli agenti dei Blades, a cui affidò due incarichi. Innanzitutto egli doveva fare luce sulla morte di Re Lysandus, che non morì per mano dell'esercito di Sentinella nella battaglia di Cryngaine, bensì per colpa di uno dei suoi vassalli: Lord Woodborne. Il suo spirito irrequieto tormentava le terre della città di Daggerfall e bisognava assolutamente placarlo. In secondo luogo, l'agente doveva collaborare con la sede locale delle Lame per ricostruire il grande Numidium, il golem di ferro, creato dai Dwemer, che aiutò Tiber Septim a conquistare tutta Tamriel alla fine della Seconda Era. L'agente trovò il Totem dell'antico imperatore, un artefatto che permette al suo possessore di controllare il golem, e immeditamente diverse fazioni della provincia si fecero avanti per averlo, promettendo all'agente gloria e ricchezza; essi erano Re Gothryd di Daggerfall, la Regina Akorithi di Sentinella, Re Eadwyre di Wayrest, le Lame al servizio dell'imperatore, il leader dei negromanti e infine c'era Gortwog, signore di Orsinium. Il totem a quel punto passa dalle grinfie di una fazione ad un'altra che però sono consapevoli che per riattivare Numidium c'è bisogno di un altro elemento: la Mantella che viene recuperato dall'agente delle Lame grazie all'aiuto di Nulfaga, la madre del defunto re Lysandus. Quando il cuore di Numidium viene messo in moto, il suo potere pervade la baia e in un solo giorno High Rock cambia il suo volto. Il golem venne visto dai popoli di quella regione ben sei volte ma in un lasso di tempo troppo ristretto. Gli eserciti dei regni e principati che avevano trascinato la provincia nel caos furono sconfitti e High Rock riunificata; anche le forze degli orchi di Orsinium furono sgominate ed essi giurarono fedeltà ai Septim. Quell'evento confuso fu ribattezzato dai Bretoni Distorsione dell'ovest mentre gli imperiali lo chiamarono il Miracolo della Pace



     
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